Ama la tua parrocchia
Ama la tua parrocchia
Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi
considerarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato:
chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa
aperta a tutti e al servizio di tutti. Da’ il tuo contributo di
azione perché questo si realizzi in pienezza. Collabora, prega, soffri
perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta i preti
della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati
di Cristo per te. Guardali con l’occhio della fede, non accentuare
i loro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie
perché Dio perdoni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro
bisogni, prega ogni giorno per loro.
Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comunità
eucaristica, che l’Eucaristia sia ‘radice viva del suo
edificarsi’, non una radice secca, senza vita. Partecipa
all’Eucaristia, possibilmente nella tua parrocchia, con tutte le
tue forze. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle della tua
parrocchia. Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro
l’inerzia della tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per
fare tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi,
le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono parassiti
della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai!
La legge fondamentale del servizio è l’umiltà: non imporre le tue
idee, non avere ambizioni, servi nell’umiltà. E accetta anche di
essere messo da parte, se il bene di tutti, ad un certo momento, lo
richiede. Solo, non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro
più antipatico e più schivato da tutti, e non ti salti in mente di
fondare un partito di opposizione!
Se il tuo parroco è possessivo e non lascia fare, non farne un dramma:
la parrocchia non va a fondo per questo. Ci sono sempre settori dove
qualunque parroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i
poveri, i malati, le persone sole ed emarginate. Basterebbe fossero
vivi questi settori e la parrocchia diventerebbe viva. La preghiera,
poi, nessuno te la condiziona e te la può togliere.
Ricordati bene che, con l’umiltà e la carità, si può dire qualunque
verità in parrocchia. Spesso è l’arroganza e la presunzione che
ferma ogni passo ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche
volta, crea il rigetto delle migliori iniziative.
Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso,
invece che contro il parroco o contro i tuoi preti o contro le
situazioni. Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se
hai il coraggio di un’autocritica, severa e schietta, forse avrai
una luce maggiore sui limiti degli altri.
Se la tua parrocchia fa pietà la colpa è anche tua: basta un pugno di
gente volenterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente
decisa a tutto a dare un volto nuovo ad una parrocchia. E prega
incessantemente per la santità dei tuoi preti: sono i preti santi la
ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i preti
santi la salvezza dei nostri giovani.
Papa Paolo VI