Felici Vacanze a tutti!
Mons. Angelo Comastri così racconta sugli incontri con Madre Teresa di Calcutta: La carità nasce dalla preghiera
La carità della Madre nasceva dalla preghiera. Quando andai a trovarla subito dopo la mia ordinazione sacerdotale, nel 1968, mi aspettavo che per il mio ministero mi desse delle indicazioni incentrate sulla solidarietà. E invece lei mi chiese quante ore al giorno dedicavo alla preghiera. Subito, spiazzato, le risposi che sì, il breviario lo dicevo, il rosario anche…, la messa la celebravo… Se ami il Signore – mi disse – devi sentire il bisogno di dedicargli del tempo tuo, di tua iniziativa.
Io mi difesi in qualche maniera, dicendo che da lei mi sarei aspettato una riflessione sul piano della carità. E lei, con una fermezza materna mi disse: Figlio mio, io non potrei amare e servire i poveri se Gesù non mi mettesse ogni giorno nel cuore il suo amore. Leggi bene il Vangelo: Gesù, per la preghiera, sacrificava anche la carità. Parole enormi che io non dimenticherò mai. In un'altra occasione, eravamo andati a trovarla sempre a Roma, a san Gregorio al Celio, per farle un'intervista sulla pastorale delle vocazioni, cioè su come proporre ai giovani la scelta di seguire Gesù. Lei accettò e ci diede appuntamento dopo il pranzo, in cappella. Le cappelle delle suore Missionarie della carità sono senza panche e sedie, e quindi ci inginocchiammo per terra. Dopo un quarto d'ora, cominciavano a farsi sentire i fastidi di quella posizione scomoda. La Madre era invece immersa nell'adorazione. Passò mezz'ora e noi cominciavamo ad interrogarci l'uno con l'altro con gli occhi.
Dopo un'ora passata in ginocchio, mi feci coraggio e sollecitai la Madre ricordandole la nostra intervista. E lei, dolcemente meravigliata, mi disse: Ma non hai capito…?. La sua riflessione e le sue risposte sulla pastorale vocazionale erano tutte lì: stare in ginocchio davanti al Signore. Che grande lezione!
Venne poi di nuovo a trovarmi quando ero a Massa Marittima, nel 1991. Un giornalista, un po' per provocarla, un po' per ricavarne una risposta ad effetto, le disse: Madre, lei ha il volto più brutto che io abbia mai visto, ma ha gli occhi più felici che io abbia mai incontrato. Me lo sa spiegare perché?. Certo, sulle prime non era un complimento, ma si capiva la sincerità di quelle affermazioni. Senza esitazione ancora una volta, Madre Teresa rispose: I miei occhi sono felici perché le mie mani asciugano tante lacrime. Faccia così anche lei e si accorgerà quanta gioia le entrerà nel cuore.
Sia per tutti noi, questo tempo di vacanza, possibilità di trovare uno spazio in più per pregare, per lasciare entrare dentro di noi la forza, la tenerezza, la misericordia di Dio. Nella certezza che pregare non è isolarsi dagli uomini, ma piuttosto permettere che essi entrino dentro di noi.
Felici Vacanze a tutti!