Domenica delle Palme
La benedizione dei rami verrà effettuata alla messa di sabato 27 alle 18,00 e a tutte le messe della domenica alle ore 7,30 9,30 12,00 19,00 (ora legale)
Ecco la folla festante dei giudei che inneggia: “Hosanna” mentre Gesù entra in Gerusalemme; ecco altresì la stessa folla che dopo pochi giorni grida il suo “Crucifige!”
Sul Calvario la folla scompare e scompaiono pure i discepoli. I colpi sordi e violenti dei chiodi nelle mani e nei piedi di Gesù, battono il ritmo della ritirata. Nessuno si aspettava questa fine, anzi. Eppure, sulla Croce, Cristo è Re! Nessuno l’ha compreso.
Umanamente Cristo non avrebbe potuto fare una fine più miseranda: abbandonato da tutti. La solitudine del Cristo, dal Getsemani al Calvario, si fa sempre più amara e lacerante, perché all'abbandono degli amici e al tradimento, di chi aveva consumato la Pasqua con lui, si aggiunge, alla fine, il misterioso, drammatico silenzio del Padre, un silenzio che, per l'uomo Gesù è angoscia di abbandono: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" Il silenzio di Dio è un modo diverso di parlare. E’ il chicco di grano, caduto nella terra. Eppure mai come su quella Croce Cristo è Re! La Croce è il suo trono. Gesù fa suo e vive nella storia l'amore misericordioso, incondizionato e universale del Padre. Dalla croce pende il destino dell'uomo; con quel sangue è firmato il patto dell'Amicizia eterna di Dio.
Su quella croce si consuma la follia dell’umanità che inchioda alla croce il Cristo perché l’umanità sembra non avere più bisogno di Dio.
Entrando nella Settimana Santa andremo anche noi con Gesù verso Gerusalemme.
Non succeda anche a noi in questi santi giorni quello che è accaduto a Gerusalemme; gridare con la stessa facilità osanna e poco dopo crucifige!
Sarebbe troppo facile commuoverci davanti al Crocifisso senza che poi nulla cambi nella nostra personale esistenza. Davanti al silenzio e al grido del Crocifisso è giunta l'ora di guardare in faccia la nostra vita, al di là di ogni doppiezza e inganno.
Rivolgiamo il nostro osanna a Colui che nella fede già contempliamo come nostro vero ed unico Re e Signore, come redentore nostro e come colui che da trionfatore ci precede nella gloria.
Le nostre acclamazioni non cesseranno perciò in questa domenica, ma diventeranno il nostro perenne rendimento di grazie, la nostra lode senza fine, che esploderanno in un gioioso Alleluia pasquale.
Felice Domenica delle Palme a tutti!