L’Icona di Kazan a Mosca nel 2004: La lettera di Papa Wojtyla al Patriarca Alessio II
Nell’agosto del 2004, l’allora Pontefice Giovanni Paolo II decise, in segno di distensione e riconciliazione verso i fratelli ortodossi, di rimettere nella disponibilità del Patriarcato di Mosca la preziosa e venerata teca con l’icona della Madre di Dio di Kazan’ da tempo conservata nell’appartamento papale del Palazzo Apostolico in Vaticano. In questa pagina riproponiamo la lettera che Wojtyla, oggi canonizzato dalla Chiesa cattolica, indirizzò per l’occasione al compianto patriarca Alessio II che accolse l’immagine a Mosca.
A Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie
Dopo un lungo periodo di prove e di sofferenze che, nello scorso secolo, si sono abbattute sulla Chiesa ortodossa e sul popolo russo, il Signore della storia, che dispone di tutto secondo la sua volontà, ci ha concesso oggi di vivere nella gioia e nella speranza comune, in occasione del ritorno dell’Icona della Madre di Dio di Kazan’ nella sua patria. Nella gioia e nei sentimenti di comunione che mi animano e che hanno animato i miei Predecessori, sempre attenti verso il popolo russo, sono lieto che Sua Santità riceva in questo giorno la Delegazione da me inviata. Guidata dai Cardinali Walter Kasper e Edgard Theodore McCarrick, essa ha l’incarico di consegnare nelle sue mani questa Icona sacra, così strettamente legata alla fede e alla storia dei cristiani in Russia.
Per un disegno insondabile della Divina Provvidenza, nei lunghi anni del suo pellegrinaggio la Madre di Dio, nella sua Icona sacra conosciuta come Kazanskaya, ha riunito attorno a sé i fedeli ortodossi, come pure i loro fratelli cattolici di altre parti del mondo, che hanno pregato ardentemente per la Chiesa e il popolo che essa proteggeva da secoli. Più recentemente, la Divina Provvidenza ha permesso che il popolo e la Chiesa in Russia ritrovassero la libertà e che il muro che separava l’Europa dell’Est dall’Europa dell’Ovest cadesse. Nonostante la divisione che, purtroppo, persiste ancora tra i cristiani, questa Icona sacra appare come uno dei simboli dell’unità dei discepoli del Figlio unigenito di Dio, di Colui verso il quale essa guida tutti noi.
Il Vescovo di Roma ha pregato dinanzi a questa Icona sacra, implorando che giunga il giorno in cui saremo tutti uniti e in cui potremo proclamare al mondo, con una sola voce e nella comunione visibile, la salvezza del nostro unico Salvatore e la sua vittoria su tutte le forze malvagie ed empie che recano danno alla nostra fede e alla nostra testimonianza di unità. Oggi mi unisco nella preghiera a Lei, carissimo Fratello, all’Episcopato della Chiesa ortodossa russa, ai sacerdoti, ai monaci e alle monache di clausura, e al popolo di Dio in terra russa. A questa preghiera si uniscono tutti i figli e le figlie della Chiesa cattolica, nella loro profonda devozione e venerazione per la Santa Madre di Dio. Possa questa venerabile immagine guidare tutti noi nel nostro cammino evangelico nella sequela di Cristo, e proteggere il popolo al quale ritorna e l’intera umanità! Che la Santa Madre di Dio volga il suo sguardo materno sugli uomini e le donne del nostro tempo; che sostenga i credenti, affinché non si allontanino dal cammino che Dio ha tracciato per loro: la proclamazione di Cristo, Via, Verità e Vita, e la testimonianza coraggiosa della loro fede nella società e nell’insieme delle nazioni. In questo giorno, preghiamo con fiducia la santissima Vergine, poiché sappiamo che Ella implora per noi e per tutte le nazioni il dono della pace. Con questi sentimenti di carità, nella gioia legata all’evento che celebriamo oggi, e con lo sguardo rivolto alla Santa Madre di Dio, scambio con Sua Santità un bacio fraterno in nostro Signore.