Santità Francescana: Sant’Ignazio da Laconi e Beato Nicola da Gesturi

La Santità Fancescana

Il pellegrino che, recandosi a Cagliari, sale al colle di Buoncammino ed entra nella chiesa dei frati cappuccini dedicata a S. Antonio di Padova, ma più nota come la "Chiesa di Fra Ignazio", arrivato alla cappella centrale, dell'Immacolata , non può fare a meno di soffermarsi davanti a una tomba in pietra sarda, su cui sono incise, con caratteri di bronzo, queste semplici parole: Servo di Dio fra Nicola da Gésturi – cappuccino – 4.8.1882 – 8.6.1958.

Fra Nicola da Gesturi: un nome diventato universalmente noto come il "frate santo", non solo a Cagliari, dove visse trentaquattro anni, ma in tutta la Sardegna, e che viene ricordato insieme a quello di un altro noto cappuccino: Sant'Ignazio da Laconi . E' quasi d'obbligo, infatti, parlando di fra Nicola da Gésturi, ricordare questo confratello che lo ha preceduto nella via della santità e che, per certi versi, è diventato il suo modello. Molte sono infatti le caratteristiche che avvicinano tra loro queste due umili figure di cappuccini, sebbene siano vissuti in epoche tanto diverse. Ambedue autentici figli della Sardegna, nati in un ambiente rurale, in due piccoli villaggi poco distanti tra loro, nella medesima regione del Sarcidano e nella medesima archidiocesi di Oristano. Non basta: ambedue si fanno religiosi in età adulta, dopo non poche esitazioni, nel medesimo Ordine cappuccino; per circa quaranta anni vivono nello stesso convento, esercitando l'umile ufficio di questuante di città. Ambedue, infine, chiudono la loro esistenza terrena nel convento di S. Antonio in Cagliari, lasciando vasto eco della loro santità. I loro corpi riposano ora nella medesima chiesa, che per tanti anni fu tacita testimone delle loro elevazioni, accomunati nella medesima sorte beata.

 

Sant'Ignazio da Laconi

Religioso dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini

Laconi, 17 novembre 1701 – Cagliari, 11 maggio 1781

156563_121973594616501_285714013_nDa autentico uomo di Dio, nonostante la sua gracile costituzione, scelse di indossare l'abito francescano. Per quasi quaranta anni stette a Cagliari, nel convento di Buoncammino, in qualità di questuante, svolgendo il suo apostolato in mezzo al popolo operandovi prodigi di carità.

La testimonianza piú inaspettata e sincera, ci viene dal contemporaneo pastore protestante Giuseppe Fues, cappellano del Reggimento di fanteria tedesco "von Ziethen", al servizio del Re di Sardegna e di stanza a Cagliari, il quale nel 1773 scriveva ad un suo amico in Germania: "Noi vediamo tutti i giorni mendicare attorno per la città un santo vivente, il quale è un frate laico dei cappuccini e si è acquistato con parecchi miracoli la venerazione dei suoi compatrioti".

Il frate era Ignazio da Laconi, che ancora in vita veniva ritenuto santo e che la scrittrice e premio Nobel Grazia Deledda, definí "L'uomo piú ricordato del Settecento sardo". Nacque a Laconi (Nuoro) il 17 novembre 1701, secondo dei nove figli di Mattia Peis Cadello e di Anna Maria Sanna Casu, genitori poveri ma ricchi di fede; al battesimo gli fu imposto il nome di Vincenzo. Crebbe timorato di Dio e ancora adolescente già amava l'austerità; non frequentò scuole e non imparò mai a scrivere o a leggere.

A diciotto anni si ammalò gravemente e – qualora fosse guarito – fece voto di entrare fra i cappuccini. Guarí, ma due anni dopo il suo cavallo si mise a correre senza controllo verso un precipizio, quando improvvisamente si bloccò e Vincenzo fu salvo per la seconda volta. Memore della promessa fatta, a 20 anni, il 3 novembre 1721, Vincenzo Peis Cadello si presentò al convento dei cappuccini di Buoncammino in Cagliari ma non fu accettato, a causa della sua salute cagionevole. Finalmente grazie alla mediazione del marchese di Laconi, Gabriele Aymerich, poté entrarvi e indossare l'abito dei Cappuccini il 10 novembre 1721: gli fu imposto il nome di fra' Ignazio da Laconi. Dopo il prescritto anno di Noviziato, fu trasferito nel convento di Iglesias, dove fu dispensiere e questuante nelle campagne del Sulcis.

Per quindici anni visse tra i conventi sardi di Domusnovas, Sanluri, Oristano e Quartu, infine fu inviato al convento di Buoncammino in Cagliari e destinato al lanificio del convento. Nel 1741, a 40 anni, venne destinato alla questua nella città di Cagliari, considerato un compito di grande responsabilità.

Cagliari fu cosí per 40 anni il suo campo di apostolato; una missione svolta con efficacia e con tanto amore in mezzo al popolo, ai poveri e ai peccatori. Il cappuccino questuante è stato nei secoli, la figura piú umile e grande nello stesso tempo, che portava il messaggio francescano in mezzo alla gente, facendone sentire la presenza nella società contemporanea.

Il questuante chiedeva offerte per i bisogni del convento e per i poveri ma spessissimo avendo instaurato un rapporto con le persone e con le famiglie, offriva l'atteso consiglio, la Parola di Dio, intercedeva con la preghiera risolvendo situazioni umane spesso disperate.

Frate Ignazio fu venerato da tutti per lo splendore delle sue virtú e per i molti miracoli da lui operati; per la sua attenzione verso le necessità materiali dei poveri ma anche per quelle spirituali. Con la sua vita fu uno strumento di riconciliazione e di conversione per molti peccatori. Nel 1779 frate Ignazio divenuto cieco, venne dispensato dalla questua, ma continuò a partecipare alla vita comune, sottostando a tutte le regole e pratiche disciplinari, fino alla morte beata avvenuta a Cagliari l'11 maggio 1781, all'età di anni 80. Per due giorni una folla impressionante di popolo, dagli umili ai notabili, sfilò davanti al feretro del cappuccino per rendergli omaggio.

Se in vita era stato dotato di carismi straordinari, come il dono della lettura dei cuori, e la fama della sua santità era molto diffusa, dopo la morte aumentò ancora anche per i frequenti miracoli che si verificavano per sua intercessione. Fu cosí che nel 1844 l'arcivescovo di Cagliari diede inizio alla causa di beatificazione.

Pio IX il 26 maggio 1869 lo dichiarò venerabile. Fu beatificato da Pio XII il 16 giugno 1940 e proclamato santo dallo stesso Pontefice il 21 ottobre 1951. Alla cerimonia di canonizzazione in Roma, era presente un altro grande questuante cappuccino dello stesso convento di Cagliari, fra' Nicola da Gesturi (1882-1958) che (proclamato beato il 3 ottobre 1999 da Papa Giovanni Paolo II). La festa dell'umile frate sardo, mendicante e illetterato ma sapiente secondo Dio, Sant'Ignazio da Laconi, viene celebrata l'11 maggio con un concorso popolare sempre straordinario.

 

Beato Fra Nicola da Gesturi

Religioso dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini

Nicola, al secolo Giovanni Medda, nacque a Gesturi il 5 agosto 1882, in provincia di Oristano, in seno ad una numerosa famiglia di onesti lavoratori ed ottimi cristiani. Rimasto orfano, fu accolto in casa della sorella maggiore. Impegnato nei lavori più umili della campagna, si distinse per onestà, pietà, illibatezza di costumi ed austerità di vita. Nel 1911, all’età di 29 anni, munito di una lusinghiera lettera del suo parroco, fu accolto tra i Cappuccini di Cagliari, assumendo il nome di fra Nicola. Fatto il noviziato e la professione, gli fu affidato l’ufficio di questuante. Per 34 anni svolse tale missione in gran silenzio, con forte incidenza spirituale tra la gente, che accorreva a lui come ad un vero uomo di Dio. Morì a Cagliari l'8 giugno del 1958. Fu beatificato da Giovanni Paolo II il 3 Ottobre 1999.

 

Tratto dall’omelia di Papa Giovanni Paolo II, nel giorno della Beatificazione

“La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo” (Mt 21,42).

Queste parole, che Gesù nel Vangelo applicava a se stesso, richiamano il mistero dell’abbassamento e dell’umiliazione del Figlio di Dio, fonte della nostra salvezza. Ed il pensiero va, naturalmente, al Beato Nicola da Gesturi, cappuccino, che ha incarnato in modo singolare nella sua esistenza questa misteriosa realtà. Uomo del silenzio, egli spandeva attorno a sé un alone di spiritualità e di forte richiamo all’Assoluto. Denominato dalla gente con l’affettuoso appellativo di Frate Silenzio, Nicola da Gesturi si presentava con un atteggiamento che era più eloquente delle parole: liberato dal superfluo e alla ricerca dell’essenziale, non si lasciava distrarre dalle cose inutili o dannose, volendo essere testimonianza della presenza del Verbo Incarnato accanto ad ogni uomo. In un mondo troppo spesso saturo di parole e povero di valori, c’è bisogno di uomini e di donne che, come il Beato Nicola da Gesturi, sottolineino l’urgenza di recuperare la capacità del silenzio e dell’ascolto, affinché tutta la vita divenga un cantico di lode a Dio e di servizio verso i fratelli. Possa il suo esempio e la sua intercessione spingerci ad imitarlo perché anche noi, con la nostra fedeltà al Vangelo, rendiamo gloria a colui che è “fonte di ogni bene”.

Interceda per noi Maria, Regina di tutti i Santi; ci sorregga e incoraggi il Beato Nicola da Gesturi, che contempliamo nella tua gloria celeste. Amen!

 

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