Messaggio per il Natale 2013 dell’Arcivescovo di Cagliari: Arrigo Miglio

«Dio stesso è entrato nella nostra storia, diventando uomo in Gesù.

Si è immerso nella nostra debolezza, facendosi vicino a tutti,

mostrando solidarietà concreta, specialmente ai più poveri e bisognosi,

aprendoci un orizzonte infinito e sicuro di speranza».

(Papa Francesco, Facoltà Teologica della Sardegna, 22 settembre 2013).

 

 

Arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio

Le parole di Papa Francesco ci aiutano a vivere questo Natale particolarmente vicini a lui, avendo sperimentato, tra i primi in Italia, la sua capacità di condividere, di immergersi nei problemi del popolo, di rendere visibile la solidarietà di Dio con noi, che è il cuore del messaggio natalizio. Le parole del Papa ci aiutano a capire ancora meglio che non c’è Natale se non c’è condivisione reale con le povertà che ci circondano.

Vediamo dunque la Santa Grotta collocata in mezzo alla devastazione che la nostra Regione ha subito poco più di un mese fa, e gli Angeli hanno il compito impegnativo di annunciare a coloro che piangono, a quanti vivono fuori casa e sono accampati come i pastori a Betlemme, a tutti i cuori scoraggiati, che anche quest’anno la nascita di Gesù è capace di portare una grande gioia per tutto il popolo.

Ma dopo quella prima Notte natalizia gli Angeli ormai non vanno più da soli a portare il lieto annunzio: il Signore li lascia andare se andiamo anche noi e ci uniamo alla loro missione sempre più impegnativa. L’aiuto che possiamo dare alla missione degli Angeli è, certo, in primo luogo la solidarietà concreta, che continua a convergere in modo meraviglioso verso le persone colpite attraverso le numerose organizzazioni che si sono attivate fin dalle prime ore dopo l’alluvione. Gli Angeli di Betlemme però non sono andati ad annunciare un’apparizione o una visita temporanea del Figlio di Dio sulla terra: no! Ci hanno detto che Dio è sceso per rimanere con noi, nostro Fratello, fino alla fine dei tempi, condividendo tutta la nostra vita e le nostre vicende. La nascita di Gesù non è stata la classica buona azione “natalizia” ma una scelta di vita. La luce di questo Natale 2013 ci chiede perciò di essere attenti e vigilanti, su di noi e sulla situazione generale, affinché la solidarietà non venga meno proprio quando i riflettori si spengono e la condizione di chi ha perso tutto o quasi corre il rischio reale di essere dimenticata.

Contemplare il Presepe, fermarci senza fretta davanti al Mistero del Natale, significa tenere gli occhi fissi sulla sorgente inesauribile di ogni solidarietà. In Gesù, Dio ha capovolto le nostre logiche, si è manifestato come un Dio che scende lui per primo verso di noi, che non pretende i nostri doni ma ci porta i suoi, che fa consistere la sua condizione divina nel condividere senza privilegi la nostra condizione umana. Perfino la sua famiglia, la Santa Famiglia di Nazareth, conosce tribolazioni, dubbi, incertezza, emigrazione. Così, mentre la schiera degli Angeli è impegnata presso tutti gli alluvionati e disastrati, dalla Sardegna alle Isole Filippine, rimane sempre qualche Angelo disponibile per entrare nelle famiglie più provate e ferite, divise o in crisi, per dire che anche in casa loro può attecchire la gioia del Natale, perché anche la loro sofferenza viene condivisa dal Figlio di Dio Gesù, divenuto nostro Salvatore grazie all’umiltà di Maria e di Giuseppe.

+ Arrigo Miglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I commenti sono chiusi.