Sabato 25 maggio, Santa Messa dedicata alla Vergine di Adamo
La Storia La statuetta della Vergine Santissima di Adamo fu trovata in mare, dentro le valvole di una nacchera, da un Capitano genovese chiamato Adami o Adamo, da cui è venuto il titolo della Vergine di Adamo. Alla piccola immagine erano attribuiti molti miracoli ed infatti, la devozione popolare per la Madonna di Adamo era molto diffusa e non solo in città. Da diverse parti della Sardegna, molti fedeli si recavano in pellegrinaggio nella chiesa della Vergine di Adamo (così essi chiamavano la chiesa intitolata ai SS. MM. Giorgio e Caterina dei Genovesi di Cagliari) per chiedere una grazia alla Madonnina.
Il fatto è rappresentato in un quadro del secolo XVII, già esistente nell’ormai distrutta chiesa di S. Caterina dei Genovesi in Cagliari: (nell’odierna Via Manno dove sorge il negozio di Zara)una copia in tela, in esso si vede rappresentata nella parte inferiore la nave, il capitano e il mollusco: ed in alto l’effigie della Madonna d’Adamo nel modo stesso con cui viene raffigurata nella statuetta; cioè a mezzo busto, con il bambino Gesù sulle braccia, nascosta e poggiante sopra le nuvole che un tempo esisteva nella chiesetta di San Lorenzo a Buoncammino. Un’altra tela si riscontra nel 1897 di proprietà del Cav. Stefano De Candia ove si vede la Madonna che poggia sulle nuvole, nella parte inferiore a destra vi è il mare in tempesta, ed una nave che corre il pericolo di affondare con due marinai che si reggono aggrappati ad una fune a poppa della nave e una iscrizione V.F.G.A….1768. Può essere interpretato come un episodio di salvataggio prodigioso attribuito alla Madonna, con un atto conseguente di gratitudine: V.(otum) F.(ecit) G.(ratias) A.(git) ossia: per grazia ricevuta,apposta dall’artista per ordine del proprietario.
Da un manoscritto inedito del 1888 di Mons. Luca Canepa e, conservato in casa del Priore Rag. Carlo Bonicelli, si rileva che la statuetta subì varie vicende. Nella metà del secolo XVII si trovava in possesso di una certa signora Vittoria, moglie di un certo Ambrogio Nan o Nani di Alassio, nel Genovese, e residente in Cagliari, forse congiunta del Capitano Adamo. La signora Vittoria la teneva conservata nella cappella di famiglia e, secondo il popolo, sin d’allora operava molti miracoli. Sopravvissuta al marito, la Nan nel 1703 la lasciò in testamento al nipote Giovanni Battista Riva insieme ad altri oggetti preziosi, con l’onere di costruire per la SS. Vergine di Adamo una cappella in una chiesa di Cagliari, a sua scelta, e di celebrarne la festa ogni anno. Alla morte del Riva e dei suoi figli, l’obbligo di celebrare la festa doveva incombere sui rettori o religiosi della chiesa che il Riva avrebbe scelto.
Il Riva scelse la Chiesa dei SS. MM. Giorgio e Caterina dei Genovesi alla cui Arciconfraternita egli apparteneva. La statuetta fu a quel tempo sistemata nella Cappella di S. Caterina, la prima a destra di chi entrava e conosciuta più tardi sotto il nome di S. Giuseppe Sposo. Se ne fissò la festa il 26 di luglio; inoltre il mattino del Venerdì Santo, in occasione delle visite alle sette chiese cittadine, la statuetta doveva essere portata in processione per le vie della città. Il concorso di fedeli doveva essere straordinario; anche dai villaggi vicini vi accorrevano come ad una festa popolare, specialmente gli abitanti del Campidano di Cagliari che conoscevano la Chiesa più col titolo di N.S. di Adamo che con quello di Santa Caterina.
La processione venne interrotta dal 1758 al 1802. Dal 1826 fu spostata al Giovedì Santo. Nel 1768 l’Immagine fu trasferita nella seconda cappella a destra di chi entrava dedicata alla Pietà. Nel 1788 si introdusse la pratica di celebrare i sabati in onore della Vergine SS. di Adamo e le vennero dedicate cappelle a Serramanna (1762) una chiesa ad Arbatax ( 1771), nel 1797 a Serrenti. In un Registro di Legati esistente nella Parrocchia, la seconda domenica di luglio Barbara Musiu, vedova di Antonio Tocco, nel suo testamento del 12 dicembre 1797 istituì che in perpetuo si celebrasse una messa solenne in onore della SS. Vergine di Adamo, donando Undici Reali per elemosine. Ipoteca tre quarti di terreno in zona denominata S.Antonio da Padova confinante con la figlia Luigia Tocco. Ad Alghero nella chiesa dei Carmelitani, ad Oristano, Orosei, Oliena, Bitti( esiste un Altare nella Parrocchia,nella prima Cappella a destra entrando con una Madonna, come precedentemente descritta con un granchio ai piedi) e Meana Sardo.
Nel periodo bellico della seconda guerra mondiale a causa delle incursioni aeree degli anglo-americani del 13 e 19 maggio e del 30 giugno 1943, la chiesa di S. Caterina dei Genovesi veniva letteralmente distrutta. La statuetta fortunatamente sistemata nei locali sotterranei,rimase illesa. Successivamente venne trasferita a Dolianova, quindi a Meana Sardo ed ultimo ad Assemini.
Nel 1944 fu riportata a Cagliari.
La Vergine di Adamo è attualmente conservata a Cagliari, nella Chiesa dei SS. MM. Giorgio e Caterina in via Gemelli, 2. La si può ammirare nella cappella a Lei dedicata, la prima a sinistra del presbiterio ed è custodita dentro una raggiera, abbellita da pietre preziose realizzata nello studio d’Arte e Cultura Ceramica del Prof. Federico Melis. Ricavata da una morbida pietra colorata con tinte delicate, di forma ellittica di cm. 7 x 5. Il complesso riporta il mezzo busto della Madonna interamente tappezzato di perle, eccetto il viso e le mani. Anche l’orecchino è formato da una perla. Il corpo del bambino completamente spoglio ed il collo ornato da una collana di perle. Le due immagini hanno sul capo la corona d’oro intarsiata con pietre preziose. Il tutto poggia su una base argentea con incastonati rubini, smeraldi perle e coralli in una cornice d’argento.
Fonti:
MSS. Inedito del 1888 di Mons. Luca Canepa, conservato da Carlo Bonicelli (Cagliari); P. Gabriele PIRAS O.F.M., Storia del Culto Mariano in Sardegna – Cagliari 1962.
Vincenzo Mario Cannas, SS. Vergine di Adamo (storia e diffusione di un culto nel Cagliaritano e nell’Ogliastra da documenti inediti – Edizione Della Torre. 1993.
Mario Cannas (in religione Padre Vincenzo), nacque a Tertenia il 16 ottobre 1914 e compì nel paese natìo i primi studi. Entrato giovanissimo nell’Ordine dei Frati Minori Francescani, vestì l’abito il 29 settembre 1931 nel Convento di Quartu S. Elena e il 26 dicembre 1935 emise i voti solenni. Fu ordinato sacerdote da Mons. Ernesto Maria Piovella, il 29 giugno 1939.
Sua prima destinazione fu il Convento di S. Lucia in San Gavino Monreale da dove fu trasferito a Cagliari con l’ufficio di rettore del Santuario di San Salvatore da Horta.
Nel 1943, mentre la cittа è colpita dai furiosi bombardamenti alleati, egli riesce a trasferire al più sicuro Convento della Madonna dei Martiri in Fonni, l’urna col corpo di San Salvatore e le più preziose opere d’arte.
Sfollato nella città di Sassari, il 21 giugno 1943 si arruola come Cappellano militare di mobilitazione ed è inviato in Corsica dove partecipa alla liberazione dell’isola dai tedeschi. Rientrato in Italia dopo l’armistizio, fu mandato dopo qualche mese a Napoli e poi a Firenze, assegnato a un gruppo di combattimento aggregato alla V Armata Americana e poi alla VIII Armata Inglese. Con gli americani partecipa alla liberazione di Firenze e Bologna e con gli inglesi alle operazioni nella frontiera italo-iugoslava, in un gruppo specializzato.
Fu congedato nell’ottobre 1947 e insignito di diverse decorazioni.
Rientrato in Sardegna gli vennero affidati importanti incarichi ecclesiali: fu superiore in diverse Case dell’Ordine, segretario ed economo della Provincia, delegato regionale per le missioni.., e si dedicò alla predicazione in varie parrocchie.
Potè dedicarsi anche agli studi e conseguì il diploma di paleografia, archivistica e diplomatica al termine di un corso presso l’Archivio di Stato di Cagliari. Insegnò anche nelle scuole medie e superiori.
Appassionato di ricerche d’archivio frequentò a lungo l’Archivio Segreto Vaticano, gli archivi ecclesiastici e civili della Sardegna e vari altri in Italia e Spagna raccogliendo una grande mole di appunti e notizie, soprattutto sulla storia della Chiesa nell’ Isola. Frutto di queste fatiche furono le molte sue pubblicazioni. Tra esse ricordiamo: Tertenia e dintorni, nella storia e nella tradizione, Cagliari 1964; Un prete artista Don Egidio Manca, Cagliari 1965; Frate Damiano Pinna, da Tissi, scavatore e sterratore in catacumbas, Cagliari 1972; San Giorgio di Suelli, primo Vescovo della Barba già orientale, sec. X-XI, Cagliari 1976; La Chiesa Barbariense, dalla fondazione alla soppressione- secc. X-XV, Cagliari 1981; Quarta in un documento inedito del 1777, Cagliari 1989; Documenti inediti riguardanti il Sarrabus e l’Ogliastra nei primi anni del governo aragonese, Pisa 1990; SS. Vergine di Adamo, storia e diffusione di un culto nel Cagliaritano e nell’Ogliastra, Cagliari 1993, e molti altri articoli apparsi su giornali e riviste ecclesiastiche.
Si aggiungono le ricerche di carattere scientifico, frutto delle sue esplorazioni archeologiche e speleologiche.
Tra quelle di carattere archeologico si possono citare: I nuraghi Alori e Nastаsi e nuove scoperte archeologiche nel territorio di Tertenia, Cagliari 1972; Nuova iscrizione funeraria scoperta nei pressi di Tertenia, I-Il sec. d.C., Cagliari 1983; Guida alla carta archeologica del Comune di Tertenia, Cagliari, 1989; La strada punico-romana da Sarcopos a Sulsi, Cagliari,1989.
Tra quelle speleologiche: Speleologia e speleoclub, Cagliari 1967; Teulada e le sue grotte, Cagliari, 1978; Cammino storico, scientifico, organizzativo della speleologia in Sardegna, Cagliari, 1980; Visioni di un paesaggio carsico: Sadali, storia e aspetti naturali del suo territorio, Cagliari 1992, e molte altre.
Fu cofondatore e socio di vari gruppi speleologici, presidente onorario del Gruppo Grotte “E.Vidal”, socio del Club Alpino Italiano e Presidente della sezione speleologica del C.A.J.
Per il suo impegno ricevette varie onorificenze: il 6 febbraio 1981, il Ministero per i Beni Culturali lo nominò Ispettore onorario delle antichità, su proposta del Soprintendente archeologico di Cagliari Prof. Ferruccio Barreca; il 13 gennaio 1972, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone gli con feri il titolo di Cavaliere e nel 1975 quello di Cavaliere Ufficiale; il 18 ottobre 1978. il Presidente Sandro Pertini lo elevò al grado di Commendatore a Merito della Repubblica Italiana.
Dal 1984 al 1996 fu direttore dell’Archivio Arcivescovile di Cagliari, e riuscì a ordinarIo e a farne uno dei centri di ricerca culturale più importanti dell’Isola. Nello stesso anno 1984 fondò la rivista Studi Ogliastrini, di cui fece uscire 4 numeri con firme di valenti ricercatori di storia sarda. Da notare il n. 4, del 1997, con la riedizione del testo originale con traduzione italiana a fronte del libro re il n. 4, del 1997, con la riedizione del testo originale con traduzione italiana a fronte del libro Libro de todas las Gracias… edito a Cagliari nel 1738, che contiene tutti gli accordi e concessioni fatte dai Conti di Quirra al giudicato dell’Ogliastra, a cominciare dal XV sec., di cui pare fossero rimaste solo 3 copie. Nello stesso anno, a causa delle precarie condizioni di salute, passò i diritti sulla testata a Mons. Antioco Piseddu, Vescovo dell’Ogliastra, che accettò a nome della Diocesi di Lanusei, che ne continua la pubblicazione. Essa si affianca al giornale diocesano “L’Ogliastra”, le cui pubblicazioni ripresero nel 1982, come organo di informazione culturale e religiosa e di collegamento del territorio.
Si devono ricordare ancora l’onorificenza concessagli dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, l’8 novembre 1996: il Diploma d’Onore di combattente per la Libertа d’Italia: 1943-45 e quella concessagli, il 27 ottobre 1996, dal Papa Giovanni Paolo Il, su proposta di Mons. Ottorino Pietro Alberti, Arcivescovo di Cagliari: la Croce pro Ecclesia et Pontifice.
Colpito da grave malattia sopportata con fede e pazienza morì a Cagliari l'11 gennaio 2001. I funerali, presieduti dal Vescovo di Ogliastra Mons. Antioco Piseddu, si svolsero nella chiesa di San Mauro in Cagliari, il 12 gennaio 2001.
Goccius in onori de Nostra Signora de Adamu
Da una raccolta stampata nella Tipografia Vacca Mameli in Lanusei riportata dalla “copia originale”.