Preghiera a santa Monica e a sant’Agostino

27 e 28 Agosto

Santa Monica, Sant’Agostino,

in voi si è manifestato l’Amore infinito

e misericordioso di Dio.

Voi siete per noi la meraviglia

del misterioso disegno di salvezza

realizzato, per la potenza dello Spirito Santo,

in Cristo Gesù, Crocifisso e Risorto.

Voi, uniti dall’amore umano di madre e figlio,

avete con dignità e verità vissuto la vostra vita.

Ancor più grande è stato l’Amore che in Dio

vi ha fatto essere l’una sostegno e guida,

e l’altro sostenuto e guidato.

Santa Monica e Sant’Agostino, pregate per noi.

Pregate per le nostre famiglie.

Pregate per le mamme e per i loro figli.

Pregate per i giovani che si consacrano nel matrimonio

e nella vita religiosa e sacerdotale agostiniana.

Pregate per quanti non riescono a trovare

la via della Verità e dell’Amore.

Amen

santi

Monica e Agostino in estasi a Ostia

Pochi giorni prima che lei morisse… accadde, credo per misteriosa disposizione delle tue vie, che ci trovassimo lei ed io soli… C’era un grande silenzio… Parlavamo, fra noi, soavissimamente, dimentichi del passato e protesi verso l’avvenire. Ci domandavamo, davanti alla presenza della verità e cioè di te, o Signore, quale fosse mai quella vita eterna dei beati che “nessun occhio vide, nessun orecchio udì, che rimane inaccessibile alla mente umana”. Aprivamo avidamente il nostro cuore al fluire celeste della tua fonte, la fonte della vita, che è in te, per esserne un poco irrorati, per quanto era possibile alla nostra intelligenza, e poterci così formare un’idea di tanta sublimità.

Eravamo giunti alla conclusione che qualsiasi piacere dei sensi del corpo, anche nel maggior splendore fisico, non solo non deve essere paragonato alla felicità di quella vita, ma nemmeno nominato; ci rivolgemmo poi con maggior intensità d’affetto verso l’“Ente in sé”, ripercorrendo a poco a poco tutte le creature materiali fin su al cielo da cui il sole, la luna e le stelle mandano la loro luce sulla terra. E la nostra vista interiore si spinse più in alto, nella contemplazione, nell’esaltazione, nell’ammirazione delle tue opere; e arrivammo al pensiero umano, e passammo oltre, per raggiungere le regioni infinite della tua inesauribile fecondità, nelle quali nutri Israele con il cibo della verità, dove la vita è la sapienza che dà l’essere a tutte le cose presenti, passate e future: ed essa non ha successione, ma è come fu, come sarà, sempre. Anzi meglio, non esiste in lei un “fu”, un “sarà”, ma solo “è”, perché è eterna: il fu e il sarà non appartengono all’eternità. E mentre parlavamo e anelavamo ad essa la cogliemmo un poco con lo slancio del cuore e sospirando vi lasciammo unite le primizie dello spirito per ridiscendere al suono delle nostre labbra, dove la parola trova il suo inizio e la sua fine. Quale possibilità di confronto tra essa e il tuo Verbo, che permane in se stesso, e non invecchia e rinnova tutto? (Confessioni X).

 

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